venerdì 25 settembre 2015

Se sono io che sbaglio, qualcuno mi dica dove! Parte prima



Nei decenni passati, quando vedevo per esempio gli insegnanti della scuola dell’infanzia affannarsi in inutilissimi corsi di aggiornamento di “computer” basati quasi interamente sul Microsoft Office (in effetti, è evidente a chiunque come per un bambino di 5 anni Excel sia una competenza “di base”, mentre il disegno e il video, anche oggi con la “NuovaECDL”, sono degli optional!) una cosa che dicevo loro era che c’è una sola vera competenza di base necessaria per usare in modo attivo gli aggeggi digitali: sapere dove mettiamo i nostri archivi e poi saperli ritrovare!

Cioè, se invece di lasciare che ogni mio testo venga salvato “automaticamente” nella cartella di Word, mi faccio io delle belle cartelline per esempio una per la sezione dei Puffi, l’altra per gli Scoiattoli, l’altra per le Farfalle della mia scuola, lì dentro poi vado a mettere, con un ordine mentale e operativo, per es. i testi con i testi, i disegni con i disegni, le voci con le voci.
Non solo. Dato che le esigenze a seconda dei casi possono essere diverse, posso anche raggruppare i dati per progetto, invece che per sezione, per esempio facendo in modo di ritrovare in una sola cartella tutti i dati che riguardano i lavoretti per il Natale. E, siccome non ha molto senso ricopiare materialmente ogni volta gli stessi dati, imparo a questo punto a usare i collegamenti.
Alla fine (più complicato a dirsi che a farsi), mi ritrovo con un “armadio” ben ordinato in cui, con un po’ di pratica, le cose stanno in un loro posto preciso, ma possono essere raggruppate e ritrovate anche da punti di vista diversi, potenzialmente infiniti, a seconda di quello che mi serve, senza che questo mi scombini l’ordine di base.

Su questi dati ben ordinati poi, posso agire con i diversi software, per variamente elaborarli e, a seconda sempre di quello che mi serve (non di quello che altri mi vogliono fare imparare, perché lo hanno deciso loro, o perché è di moda!), imparo a impaginare i testi, correggere le fotografie, montare le voci e i video, assemblare comunicazioni multimediali, ecc. Comincio con cose semplici e, producendo anche piccole cose nella mia attività con i bambini, ogni giorno divento un po’ più bravo.
Gli stessi dati poi, che stanno ben ordinati nelle mie cartelle, se voglio, li posso poi copiare altrove e condividere con altri in vario modo: chiavette USB, dischi ottici come CD e DVD, email, siti web, spazi in rete in quello che oggi si chiama “cloud”.

Questa – se ci liberiamo da quell’approccio miope e corporativo con cui le varie caste professionali ed economiche di fatto fanno di tutto per impedire che i mezzi digitali cambino davvero il mondo – non ci vuol molto a capire che dovrebbe essere la formazione di base non solo per un insegnante, ma per qualsiasi cittadino della società dell’informazione digitale. E chiunque non abbia questo tipo di competenza, non solo è meno capace di altri (il che non sarebbe un gran problema, tutti abbiamo sempre tanto da imparare!), ma soprattutto è meno libero. Frastornato dal vivere in mezzo a un’orgia continua di dati che non ha idea di come iniziare a maneggiare, finisce col delegare completamente a qualcun altro la gestione, in pratica, di parti importanti della propria vita.

L’altro giorno, avevo scaricato un’immagine da una email sul mio tablet Android e, giuro, non sono riuscito più a trovarla. O meglio, il sistema a un certo punto me la faceva anche vedere, ma non mi lasciava capire in quale cartella in effetti era e mi impediva così, quell’immagine, di prenderla per farne qualcos’altro da quello che il sistema stesso aveva previsto che facessi.
Mi sono sentito, improvvisamente, meno libero!

Continua

disegni realizzati dai bambini di seconda della scuola primaria Arici, Brescia, anno scolastico 2001-2002, utilizzando il programma Flying Colors.

Nessun commento:

Posta un commento